“I RACCONTI DI NONNO ROS” A SAN GIORGIO DI GIOIOSA MAREA
Dopo la piacevole serata di Gioiosa Marea, Mimmo Mòllica ha fatto il bis, proponendo la presentazione del suo libro, I Racconti di Nonno Ros (Armenio Editore, 2014), a San Giorgio di Gioiosa Marea. L’evento, organizzato dalla Pro Loco San Giorgio in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Gioiosa Marea, si è svolto nello spiazzale antistante al Palazzetto dello Sport di San Giorgio rimesso “a nuovo”, dopo anni di abbandono, grazie all’opera svolta dai volontari della Pro Loco. Nel corso della serata sono intervenuti Calogero Gambino, presidente della Pro Loco San Giorgio, Daniela Spinella, vicepresidente dell’Amministrazione Comunale di Gioiosa Marea, che ha letto anche alcuni brani tratti dal romanzo, Ornella Fanzone, editor e counselor che ha illustrato la struttura del testo di Mimmo Mollica con una relazione dal titolo “Nonno Ros: la contentezza e il dio delle piccole cose”, e l’autore stesso, che ha invece offerto due omaggi a Renzino Barbera e a Nino Martoglio. L’incontro è stato moderato dalla scrittrice Maria Ilenia Crifò Ceraolo e ha lasciato spazio anche agli interventi del pubblico presente. Inoltre, non sono mancati gli ospiti a sorpresa: la serata si è pregiata della presenza di Gilda Buttà, pianista di Ennio Morricone e di origini sangiorgesi, dell’artista Filippo Olivo e degli scrittori Giuseppe Alibrandi e Nino Casamento. Gli ospiti, “intervistati” dall’autore, hanno dato le loro impressioni e fornito uno spaccato di San Giorgio ieri ed oggi. La presentazione ha avuto una buona partecipazione di pubblico e fa parte di un progetto di promozione culturale e del territorio che la Pro Loco San Giorgio si ripropone di portare ancora avanti nei prossimi mesi con altri eventi di rilievo, peraltro già in fase di organizzazione. Qui di seguito, riportiamo una breve recensione del libro “I Racconti di Nonno Ros”, curata dalla dott.ssa Maria Ilenia Crifò Ceraolo:
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“I RACCONTI DI NONNO ROS”, VOLI PINDARICI DELLA FANTASIA
Ciascun libro possiede una sorta di personale carta d’identità, costituita dalla propria struttura, che lo rende unico e riconoscibile anche fra altri libri dello stesso genere. Da tale principio non si distacca nemmeno il romanzo “I Racconti di Nonno Ros” di Mimmo Mòllica, che ha una ben precisa cifra stilistica, composta essenzialmente da due caratteristiche: la presenza di citazioni contestuali alla fine di ciascun capitolo (ma anche in altri punti della narrazione) e la volontà da parte dell’autore di innestare nell’estasi fantastica del testo, stille di realtà che conducano il lettore attraverso la storia e la letteratura. Esattamente come tanti altri autori antichi nonché più contemporanei, Mimmo Mòllica pare portare avanti l’ideale del bello congiunto all’utile: il miele cosparso sul bordo del bicchiere allo scopo di rendere la medicina meno amara ai bambini, qui diventa il racconto fantastico che si mescola (per mezzo di excursus semi-seri) a fatti veramente accaduti, esposti con semplicità e chiarezza. Tale scelta, manifesta il desiderio dello scrittore di condividere con il lettore ciò che quest’ultimo potrebbe non sapere o che vorrebbe approfondire, senza tuttavia mai scendere nella banalità del voler insegnare qualcosa a tutti i costi. “I Racconti di Nonno Ros” presenta dunque una struttura particolare e sfaccettata, lungo la quale ci conduce il “Tambaguriere”, narratore fantastico che sotto l’occhio vigile (e talvolta ipercritico) di Nonno Ros, ne scrive i racconti, taluni legati fra di loro, altri indipendenti e a sé stanti. I voli della fantasia, del resto, non hanno mai una rotta delineata e continua, ma vagano senza mete nello spazio delle idee.