Articolo tratto da www.amnotizie.it
L’hanno chiamata operazione “Acque Pulite III”, per dare un chiaro segno di continuità ad un più grande filone d’inchiesta che ha riguardato nel febbraio 2012 e nel luglio 2013, i depuratori di Piraino e di Capo d’Orlando.
Questa volta, a finire nel mirino sono stati i due depuratori utilizzati dal comune di Gioiosa Marea: quello di contrada Zappardino e quello della frazione di San Giorgio. A mettere i sigilli, e notificare anche sei avvisi di garanzia, i Commissariati di Capo d’Orlando e di Patti e la Capitaneria di Porto, su disposizione del GIP del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina e su richiesta del sostituto procuratore Rosanna Casabona della Procura della Repubblica di Patti. Gli avvisi hanno raggiunto amministratori ed ex amministratori, dirigenti comunali e a due imprese coinvolte nella gestione dei depuratori nel comune di Gioiosa Marea.
Le indagini, mai interrotte nel corso di questi mesi in cui la Polizia ha passato al setaccio i depuratori della zona, hanno permesso di scoprire che l’impianto di depurazione di San Giorgio di Gioiosa, sebbene realizzato vent’anni fa, non è mai entrato in funzione.
Il provvedimento cautelare è scattato a seguito delle risultanze investigative dei Commissariati di Capo d’Orlando e Patti e della Capitaneria che già nel 2013 avevano portato al sequestro di oltre 40 metri cubi di fanghi da depurazione lasciati in deposito incontrollato presso l’impianto di depurazione. Tredici i capi d’imputazione contestati nei confronti di due sindaci, un tecnico comunale, il titolare di una ditta di autospurgo e due gestori degli impianti. Vanno dall’inquinamento di acque marine all’omissione in atti d’ufficio per la procedura di autorizzazione allo scarico, fino allo scarico di reflui con parametri batteriologici superiori fino a 1100 volte superiori ai limiti previsti
Articolo tratto da www.amnotizie.it