tratto da http://vincenzo-amato.blogspot.it
Si narra che mentre i turchi stavano per espugnare Costantinopoli ponendo fine all’impero romano di oriente, i teologi bizantini discutevano animatamente e si accapigliavano sul sesso degli angeli, ovvero sul nulla, infischiandosene del fatto che da li a poco sarebbero stati spazzati via.
Questo episodio, con le debite proporzioni, presenta molte analogie con la discussione che da qualche mese tiene banco a Gioiosa Marea a seguito della registrazione del marchio “Il Murgo” da parte dell’associazione Gioiosa Nostra.
Appena la notizia si è diffusa, apriti cielo. Condottieri alla guida di truppe d’assalto gridando all’usurpazione di un bene pubblico da parte di un’associazione privata alla quale bisognava dichiarare guerra totale per la difesa di un bene supremo del paese. Una battaglia da ultima spiaggia: se il Murgo non fosse stato sottratto dalla grinfie dell’associazione, l’avvenire di Gioiosa sarebbe stato irrimediabilmente compromesso. Consigli Comunali convocati non in via d’urgenza, ma, mi si passi il termine, d’urgentissima, quando, invece, su questioni ben più importanti si fa molta melina. Iniziative a tutto campo per riconsegnare ai cittadini il maltolto, dimenticando la precedente latitanza dell’amministrazione nell’intraprendere iniziative per promuovere o valorizzare il marchio, mostrando, anzi, un atteggiamento di snobismo e di sufficienza, a volte di velato ostruzionismo, verso le tante lodevoli iniziative portate avanti da associazioni, singoli cittadini ed operatori economici per la valorizzazione e la promozione del marchio nei più svariati settori: dalla gastronomia, alla cultura, al divertimento, allo spettacolo, tentando di farne un simbolo unificante per il paese che, per la sua peculiarità, potrebbe costituire un’identità molto forte e riconoscibile e, dunque, volano di crescita e sviluppo.
Detto questo, tutte le polemiche scaturite a seguito della registrazione a me sembrano ridicole. Alcune reazioni mi ricordano quelle stizzite e dispettose dei bambini della scuola elementare quando gli viene rubata la merendina dal compagno di banco.
Forse l’associazione Gioiosa Nostra ha sbagliato ad effettuare la registrazione senza coinvolgere tutti i soggetti che avevano un interesse comune alla valorizzazione del marchio, compresi l’amministrazione comunale e colui che rivendica di essere l’autore della bozza, però va dato atto che ha sempre dichiarato di non perseguire fini di lucro, che intende garantirne e preservarne l’uso pubblico e gratuito per tutti i cittadini, le associazioni, gli operatori economici del territorio e l’Amministrazione Comunale.
Se queste sono le premesse, anziché innescare guerre e conflitti, con azioni legali che alla fine vedranno tutti soccombenti, sarebbe il caso di agire con ragionevolezza nell’interesse comune che tutti declamano di voler perseguire.
Se è vero come è vero che l’Associazione Gioiosa Nostra ha effettuato la registrazione per tutelare il marchio al fine di evitare indebite appropriazioni da parte di soggetti esterni, mentre lo vuole rendere fruibile gratuitamente per tutta la comunità Gioiosana, qualunque persona ragionevole, a tutte le latitudini, proporrebbe che si addivenisse ad accordo formale per rendere effettivo ed irrevocabile tale intendimento.
Basterebbe stipulare un protocollo d’intesa o un atto formale equivalente con il Comune, con le associazioni e gli operatori interessati, aperto a chiunque in futuro volesse aderivi, in forza del quale l’associazione si assume l’impegno e l’obbligo di garantire l’uso pubblico, libero e gratuito del marchio per coloro i quali operano nel territorio. Verrebbe garantito il riconoscimento del marchio quale patrimonio della comunità e nel contempo verrebbe tutelato da indebite usurpazioni esterne.
Su tali premesse diventerebbe del tutto irrilevante per la comunità gioiosana che il titolare della registrazione sia l’associazione Gioiosa Nostra in quanto il suo impegno a garantirne l’uso pubblico non arrecherebbe alcun pregiudizio. Anzi la stessa si assumerebbe l’onere di svolgere la funzione di difesa di un bene pubblico da impropri ed indebiti utilizzi esterni.
Mi auguro che da tutte le parti prevalga la ragionevolezza per intavolare una discussione nel solco delle considerazioni sopra illustrate, senza pregiudizi e retropensieri e senza attardarsi a chiedere abiure o non meglio identificate prostrazioni.
Se invece dovesse perpetuarsi il paradigma al quale abbiamo assistito negli ultimi mesi, rischieremmo seriamente di trovarci nelle condizioni dei teologi bizantini, di cui ho fatto cenno all’inizio, che mentre litigavano sul sesso degli angeli, ovvero sul nulla, Costantinopoli veniva espugnata dai turchi. Vale a dire che si continuerebbe a litigare sul nulla mentre il paese, metaforicamente parlando, rischierebbe di essere espugnato, spazzando via tutti.
Mi auguro che almeno sulla questione del Murgo si riesca a trovare un approccio che dimostri maturità e lungimiranza, sottraendolo a beghe di basso profilo che alla fine innescano conflitti, lacerano rapporti, anche personali, che non servono a nessuno ed aumentano la disgregazione sociale. Che possa essere l’occasione per cercare di invertire il declino lento ed inesorabile che ormai da troppo tempo pervade la nostra comunità.
Vincenzo Amato