San Giorgio: Il distributore della discordia.

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di Filippo Puglia   

Fino al XVIII secolo Gioiosa Marea e San Giorgio non esistevano ancora; l’insediamento in queste aree cominciò alla fine del XVIII secolo, quando gli abitanti della città di Gioiosa Guardia furono costretti ad abbandonarla e a cercare una nuova residenza.

Fu allora che cominciarono i contrasti in seno alla popolazione, che non era unanime sulla scelta del sito in cui edificare la nuova città.

Una parte dei cittadini, capeggiata da alcuni nobili del paese, proponeva di riedificare la città nel territorio “Ciappe di Tono”, dove ora sorge Gioiosa Marea.

La parte restante dei cittadini, che furono poi definiti ribelli, proponeva di insediarsi nella zona di “Chianu Cuntinu”, dove adesso sorge San Giorgio.

Non essendo riusciti a risolvere questa diatriba, i cittadini di Gioiosa Guardia si separarono, trasferendosi nei luoghi da loro prescelti.

Nacquero così i centri di Gioiosa Marea e San Giorgio; questi due centri, nonostante l’antica brusca separazione da cui ebbero origine, sono rimasti sempre legati l’uno all’altra, tanto che San Giorgio non è un Comune a sé stante, ma è una frazione di Gioiosa Marea.DSC_0067

Per la prima volta nella storia, il giorno 6 maggio 2014, il Consiglio Comunale si è tenuto proprio a San Giorgio, nel salone parrocchiale della Chiesa dello Spirito Santo.

L’argomento della seduta consiliare riguardava la richiesta da parte di un privato di un paese limitrofo di poter installare un distributore di benzina in terreno demaniale.

Il terreno in questione si trova a San Giorgio di fronte all’area dei pescatori, all’inizio del lungomare.

La stessa richiesta era già stata presentata circa dieci anni fa, ma era stata prontamente respinta dall’amministrazione, in quanto in quel sito era prevista la realizzazione di un porto turistico.

In quell’occasione, una parte di popolazione si attivò per contrastare la realizzazione del distributore di benzina, ritenuto rischioso in quell’area abitata.

Quest’anno la richiesta è stata nuovamente presentata al Comune da parte dello stesso privato, creando una situazione confusa: l’amministrazione ha una posizione ancora non chiara, l’ufficio tecnico ha un parere favorevole e infine una parte dei cittadini si sta opponendo fermamente.

Questi ultimi si sono schierati contro la realizzazione del distributore tramite una petizione popolare e la raccolta di documentazioni che contrastino l’installazione del servizio.

La stessa opposizione di alcuni cittadini al distributore si era già manifestata dieci anni fa; ma quest’anno _DSC9854c’è un’importante novità rispetto al decennio scorso: un’altra parte di popolazione si è schierata a favore del distributore di benzina e anch’essa ha organizzato una petizione popolare, per richiedere che sia edificato.

Gli abitanti di San Giorgio si sono così divisi in due fazioni: quelli che non vogliono il distributore e quelli che lo vogliono.

I primi asseriscono che il distributore non servirebbe a incrementare il turismo e anzi danneggerebbe la bellezza di quella parte di lungomare.

I secondi, al contrario, affermano che il distributore  possa essere utile allo sviluppo economico e che la bellezza dell’area in cui esso dovrebbe sorgere è già stata compromessa dalle strutture esistenti (deposito barche all’aperto, campo boe, capanne degli attrezzi dei pescatori).

La questione del distributore di carburante ha, insomma, generato una situazione caotica, in cui non si sa che pesci pigliare.

Il Consiglio Comunale del 6 maggio 2014 è stato, come già detto, il primo Consiglio tenutosi nella frazione di San Giorgio ed è stato anche il primo Consiglio aperto al pubblico nella storia del comune gioiosano.


Aperto al pubblico vuol dire che il pubblico, oltre che assistere in silenzio come accade nei Consigli consueti, può anche prendere parola ed esprimere la propria opinione.

Cosa ha spinto l’amministrazione a indire un Consiglio aperto?

È un modo di dare ai cittadini un contentino, illudendoli che il tanto agognato cambiamento sia vicino? È un tentativo di indirizzare l’attenzione della popolazione in una direzione, mentre si lavora per ottenere altro?

Nel Consiglio, inoltre, un elemento importante è stato trascurato, cioè il Piano Spiagge.

Da troppi anni questo strumento urbanistico non viene redatto dal Comune gioiosano, nonostante i continui solleciti della Capitaneria di Porto di Milazzo e dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia.

Quali sono i motivi di questa inadempienza?

Riguardano una precisa volontà politica o un problema di inefficienza dell’Ufficio Tecnico?

È bene ricordare a chi ci amministra che, prima di autorizzare qualsiasi costruzione, è necessario visualizzare la stessa in un possibile contesto futuro; ovvero, considerando che esiste già un progetto di rifacimento del lungomare di San Giorgio, il distributore di benzina si potrebbe integrare in quel progetto o intralcerebbe il suo sviluppo?

Inoltre, non è giusto che una struttura a soli fini privati occupi una parte di terreno demaniale comprendente la spiaggia.

Le spiagge dovrebbero essere di libera fruizione e dovrebbero contenere strutture a soli fini balneari. Se per assurdo pervenisse al Comune la richiesta di concessione per un ovile o per un’officina da porre in spiaggia, quale sarebbe la risposta dell’ente pubblico?

In conclusione, questo Consiglio Comunale è servito a ben poco e non ha risolto le problematiche per cui era stato convocato.

E intanto San Giorgio continua il suo cammino verso il degrado.

Se le cose non cambieranno, anche gli abitanti di San Giorgio, come successe secoli fa a quelli di Gioiosa Guardia, saranno costretti ad abbandonare il proprio paese e cercarne uno nuovo.

Filippo Puglia

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